Storia
Abbiamo messo insieme passato e presente come una rete da pesca invisibile,
una ‘Sciabica piena di Ricordi’ che racconta la storia di questo luogo.
Un tempo dal Casotto Della Valata, che oggi è la cucina del ristorante, partiva un’imbarcazione ‘Spedizioniera’ che aveva il compito di portare il carburante alla vicina Isola dei Porri per dare energia al faro.
Per un arco temporale abbastanza lungo, la Valata è stata una rimessa di barche di pescatori, un porticciolo di carico e scarico merci e di cui oggi è possibile osservarne i resti dell’antico molo.
Quel filo che compone la sciabica è ad oggi visibile.
Per vederlo basta sedersi lì,
in riva ‘a Valata.
Abbiamo immaginato un momento, uno dei tanti che viviamo ogni giorno, e ve lo raccontiamo.
È l’ora blu.
Siamo appena arrivati alla Valata.
Siamo lì, seduti, con le gambe incrociate fronte mare. Le braccia sono dritte dietro la schiena, i palmi rivolti all’ingiù.
La lastra rocciosa e grigiastra ora è ruvida, spigolosa. È granulosa e sapida; lo è la pelle, i capelli.
La parola ‘Valata’
definisce una ‘lastra rocciosa’ e una ‘lastra rocciosa’ altro non è che quella che negli anni del liceo tutti studiano come la figura retorica dell’ossimoro: un’espressione letteraria dove ad accostarsi sono due concetti contrari, opposti.
Una lastra, infatti, per sua natura è una superficie piana, liscia.
‘a valata’ però non è un ossimoro, esiste davvero.
Ci siamo presi la sola responsabilità di raccontarne la storia.
La responsabilità implica la facoltà di saper rispondere e corrispondere insieme. Una corrispondenza quindi, quella della Valata, ascrivibile al mare:
tra il mare e la roccia,
tra il mare e la terra,
tra il mare e noi.
Valata’, però, è anche la variante di ‘balata’, dall’arabo ‘balad’, che sta a sottolineare il via vai di dominazioni e popoli che sono passati dalla Sicilia attraverso il Mediterraneo.
Uno scambio continuo, dunque, quello di Pozzallo, una delle perle del Val Di Noto.
Scambio di merci, di uomini, usi e costumi provenienti dalle realtà più disparate – dalla Repubblica Marinara di Genova, alla Spagna, alle Fiandre.
Alla Valata, per tanto tempo arenata, c’è stata pure la “Irene of Boston”,
un veliero che ha fatto il giro del mondo,
citato pure dal musicista Francesco Cafiso e da Crepax di Corto Maltese.
Questo ‘scambio’, avvenuto sotto i diversi punti di vista, ha portato la ristorazione Pozzallese a rimarcare l’identità di una città nella quale i ristoranti hanno lo stesso nome dei luoghi più amati dai suoi abitanti: Torre Cabrera, Zabbatana e appunto A Valata.
A’ Valata
è una delle poche ‘tracce’ espressione di una città che è stata (e continua ad essere) il nodo di rotte commerciali notevoli, con una storia che riesce continuamente a costruirsi e ricostruirsi sulla frequenza dei suoi stessi bisogni espressione del territorio.
A’ Valata collabora con gli ultimi pescatori rimasti
valorizzandoli e allo stesso tempo preservando quei mestieri antichi che stanno scomparendo, come la pesca.
Fonti storiche: Grazia Dormiente;
Foto storiche: Massimo Assenza.